Politica

Lista civica: "Depuratore, troppi sperperi"

"Ricostruiamo Santa Croce e Staffoli" si rivolge agli imprenditori: "Curate di più i vostri interessi e delegate meno le associazioni di categoria"

L’intervento dell’Agenzia delle Entrate nel Comprensorio del Cuoio ha acceso i riflettori su una situazione che da tempo presenta molte criticità, emerse ora nella loro gravità.

Prima di tutto il Consorzio Depuratore, quando ritiene opportuno fare degli investimenti , li dovrebbe fare come società e poi chiedere la quota dell’ammortamento ai consorziati, invece di inviare perentorie e impreviste richieste di provviste finanziarie alle aziende, che non hanno avuto l’opportunità di prevedere queste spese. Questo ha provocato in questi ultimi anni disagi non indifferenti a molti consorziati.

L’affermazione del direttore Maccanti che gli investimenti sono obbligatori ci trova del tutto dissenzienti, perché a nostro parere ci possono essere investimenti necessari ma altri no.

Se infatti la partecipazione delle aziende al Consorzio Depuratore è obbligatoria non lo è altrettanto essere costretti a partecipare ad acquisti, definiti investimenti, che sono serviti solo a rimpinguare le casse del comune, unico caso in Italia.

A Ponte a Egola, ad esempio, anche la manutenzione straordinaria delle fognature è da sempre a carico del comune ed è per questo che hanno beneficiato di un finanziamento da un milione di euro.

Resta ancora oscura la ragione per la quale il Consorzio Depuratore ha di fatto privatizzato impianti pubblici anche derogando da quanto sottoscritto nel Protocollo d’intesa del 30-12-2011 tra i comuni e i consorzi depurazione, in particolare per quanto previsto dall’art.13 bis della legge R.T. 20 del 2006.

La faciloneria con cui i vertici dell’Associazione Conciatori hanno prima costretto i propri associati a comprare inutilmente ed onerosamente beni quali la fognatura industriale e il terreno del depuratore e dopo l’errata gestione fiscale del contributo richiesto, ha messo in difficoltà tutti gli imprenditori nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.

Alla luce di quanto apparso sulla stampa nei giorni scorsi, ci chiediamo se alcuni anziché cingersi con l’alloro dei vincitori non farebbero meglio a fare un po’ di sana autocritica.

Anche la classe imprenditoriale santacrocese dovrebbe interrogarsi per capire se non è il momento di interessarsi di più e delegare meno alla gestione di rapporti così strategici per il futuro del comparto.