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Verso Israele spacciandosi per turisti americani

La storia di ottocento ebrei che nel 1947 salparono da Migliarino raccontata dal professor Franceschini durante un incontro a San Miniato

La nave Raffaelluccia

Nel 1947 ottocento ebrei salparono da Migliarino verso Israele spacciandosi come turisti americani. L'episodio inedito è stato raccontato dal professor Franceschini durante un incontro a San Miniato organizzato nell'ambito di San Rossore 1938, che si è svolto oggi  nell’auditorium di piazza Bonaparte.

L'incontro dal titolo I sommersi, i salvati, i salvatori. Ritratti, racconti e pensieri sulle leggi razziali, è stato seguito da circa 300 partecipanti, in gran parte studenti e insegnanti delle ultime classi delle scuole superiori di San Miniato, è stato organizzato nell’ambito della rassegna promossa dall'Università di Pisa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.

La mattinata si è aperta con il saluto del presidente della Fondazione CRSM, Gianfranco Rossi, cui è seguita la proiezione di Phoebe Miranda, un breve film di Massimo Martella che raccoglie la testimonianza di una donna toscana, allora ragazzina, sopravvissuta alle persecuzioni razziali e vittima delle leggi firmate nel 1938. Sono quindi intervenuti Fabrizio Franceschini, docente di linguistica italiana dell’università di Pisa e direttore del Centro interdipartimentale di studi ebraici Michele Luzzati, e il giornalista e scrittore Alfredo De Girolamo.

Nel suo intervento il professor Franceschini ha raccontato un episodio inedito avvenuto nel luglio 1947 sulla spiaggia di Migliarino e rimasto a lungo segreto. Nel quadro dell’operazione Alyah Bet coordinata da Ada Sereni, circa ottocento ebrei, scampati ai campi di sterminio, giunsero clandestinamente da Milano e dal Lazio a Migliarino a bordo di trentasette corriere. Facendosi passare per stravaganti turisti americani, furono infine traghettati sulla nave Raffaelluccia e partirono verso Israele. 

"Gli ottocento ebrei - ha ricordato il professor Franceschini - si diressero verso la tenuta Salviati di Migliarino: i guardacaccia, che ne custodivano l’ingresso, furono rabboniti a forza di sorrisi femminili, cioccolata e sigarette americane, e i profughi furono fatti passare appunto per stravaganti turisti americani, desiderosi di vedere dalla spiaggia l’aurora sui monti vicini. Dopo aver attraversato la tenuta, giunsero al mare e furono caricati sulla nave".

“La tenuta di Migliarino – ha concluso il direttore del Centro interdipartimentale di studi ebraici dell'ateneo pisano – è a qualche chilometro di distanza dall’allora tenuta reale di San Rossore. Questa storia bella e segreta riscatta dunque, in qualche modo, il territorio macchiato da Vittorio Emanuele III con la firma della prima legge razziale, il 5 settembre 1938, appunto a San Rossore”.