Cultura

Mostra su Dilvo Lotti e il Dramma Popolare

A Palazzo Grifoni dal 14 novembre si ripercorre il forte legame del Maestro con il Teatro dello Spirito

Dilvo Lotti fece parte di quel gruppo di sanminiatesi che, tre anni dopo la fine della guerra che aveva ridotto in macerie il teatro stabile di San Miniato, volle con determinazione la nascita del Dramma Popolare. Un teatro nuovo e allo stesso tempo antico, un teatro che andasse incontro al popolo, proponendosi di interpretare le tensioni e le aspirazioni dell'uomo, con rappresentazioni da tenersi negli spazi dove gli uomini si incontrano: le piazze e le chiese. 

Ma Dilvo Lotti, per il Dramma Popolare, diventato scena nazionale della drammaturgia dello spirito, è stato molto altro e una mostra, che aprirà il 14 novembre a Palazzo Grifoni, lo ricorda cogliendo l'occasione del centenario dalla nascita. 

"La mostra “Dilvo Lotti e il Dramma Popolare oltre i confini del tempo” nasce soprattutto dal proposito di dare testimonianza dell’affetto, della gratitudine, della fede nei valori che sorreggono e legano da sempre un’Istituzione cittadina, il Dramma Popolare, a uno dei suoi fondatori - spiega Marzio Gabbanini, presidente della Fondazione Istituto Dramma Popolare -. Dilvo Lotti può essere definito, a ragione, un pioniere, colui che ha riposto nel teatro la speranza di una rinascita morale e spirituale capace di cancellare o almeno attenuare le sofferenze di chi era scampato al dramma della guerra". 

"La mostra ripercorre quel processo quasi artigianale - continua Gabbanini - con cui l’artista plasma la materia, la modella secondo una propria idea, la vede trasformarsi sotto l’azione delle proprie mani, di gesti irripetibili nella loro unicità e originalità, sia che si tratti di incisioni, sia di pittura o di scultura".

Il rapporto di Lotti con il Dramma Popolare ha così svelato i suoi “segreti”: il ruolo del maestro nelle scenografie dei primi spettacoli, da “La Maschera e la Grazia” a “Yo, el Rey”, i bozzetti come “studi” attenti a ogni particolare, a partire dai costumi. La straordinaria carrellata di manifesti che Dilvo incisore, allievo di Pietro Parigi, il suo maestro di Settimello di Calenzano, ha realizzato per tanti spettacoli con varie tipologie di incisioni, di cui sono esposte alcune “lastre”, giunte ora in possesso del Dramma Popolare.

La mostra è organizzata su tre sale: nella prima è anche riprodotta la scena di “Yo, el Rey" e due costumi sui bozzetti di Lotti; quindi una sala che propone, tra le altre cose, un video importante proveniente dall'archivio Rai e uno realizzato dal Dramma Popolare; poi una terza sala con esposizione di manifesti, bozzetti, opere sul Teatro del Cielo. 

La mostra è stata curata personalmemte dal presidente Marzio Gabbanini insieme ai soci del Dramma e collaboratori Laura Baldini, Viviana Bavini, Simona Della Maggiore, Anna Mazza, Valentina Parente, Roberta Salvadori. La mostra, nel giorno dell'inaugurazione, sarà preceduta da una tavola rotonda, sempre a Palazzo Grifoni, dalle 17,30

Porteranno i saluti il sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini e il vescovo, monsignor Fausto Tardelli. Il presidente della Fondazione Cassa di Risaprmio di San Miniato, Antonio Salini Guicciardini parlerà sul tema "Dilvo Lotti, l'artista che ha fatto grande San Miniato". Il presidente Marzio Gabbanini presenterà la mostra alla presenza di Giuseppina Lotti, vedova del maestro Dilvo.