L'arazzo proveniente da Roma, dalla basilica di San Lorenzo Fuori le Mura, fa da ieri mostra di sé sull'altare del piccolo oratorio di San Lorenzo a Pratiglione. Lo ha consegnato Stefano Mattii insieme al coro di Castelfiorentino a don Udoji parroco di Montopoli e al sindaco Giovanni Capecchi in quanto rappresentanti della comunità civile e religiosa.
"Da qui si parte per valorizzare ancora di più il nostro territorio - ha detto il sindaco Giovanni Capecchi - e conoscerlo meglio, auspico dunque che ogni anno a San Lorenzo possa esserci un momento di incontro tra tutti coloro che hanno abitato negli anni in questa borgata, una sorta di festa del ritorno, e che venga portato avanti un approfondimento storico sulla chiesa di San Lorenzo. Un lavoro già avviato da don Luciano Niccolai, Manuela Parentini e Valerio Martinelli".
"Conoscere e tramandare le nostre origini e le tradizioni religiose e laiche - ha aggiunto il primo cittadino - è un valore aggiunto per il tempo che viviamo".
Una cerimonia raccolta, ma sentita grazie al calore del pubblico che giovedì sera ha potuto ascoltare i fili della storia riannodarsi fino ad arrivare all’oggi, a quando un microterritorio si è messo in collegamento con altre realtà italiane e del mondo partendo proprio dal culto di San Lorenzo. Una serata dedicata alle emozioni e alla riscoperta di storie antiche. Storie come quella di Stefano Mattii che ha raccontato come è nato l'inno a San Lorenzo (tradotto e cantato in molte lingue nel mondo) e come un piccolo coro di provincia sia diventato il coro principale delle celebrazioni della basilica romana.
"Questa sera - ha detto l'assessora alla cultura Cristina Scali - abbiamo unito arte, storia e tradizione. Un risultato frutto di un lungo percorso che ha visto impegnate più persone su più fronti. C’è la ricostruzione storica e la costruzione di nuovi legami. Ringrazio chi si è dedicato a questo progetto e la comunità di San Lorenzo per la disponibilità".
"Dalla testimonianza di San Lorenzo - ha concluso l’assessore alla promozione e allo sviluppo del territorio, Valerio Martinelli - ne possiamo ricavare degli insegnamenti molto utili per i tempi che stiamo vivendo oggi. Siamo molto felici che questa tradizione trovi di nuovo casa, qui, nel nostro comune".