Lavoro

Industria pisana, ancora segno negativo

Segno meno per la produzione e gli ordinativi. Gli unici dati positivi vengono dal settore pelle (+4%) e la metalmeccanica (+4,6%)

Secondo un indagine condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Pisa presso le unità locali manifatturiere pisane con oltre 10 addetti segnalano nel primo trimestre del 2014, un ulteriore arretramento di produzione pari al meno 2,2% contro una crescita produttiva nazionale dell'1,8%

Il settore manifatturiero tarda a ripartire e anche le attese per il futuro, pur in miglioramento, non fanno ancora intravedere una svolta. Il fatturato che segnerebbe un -0,9% evidenzia una variazione negativa anche nella componente estera pari al -0,5%. La fine della crisi è ancora lontana, un stato di fatto testimoniato non solo dai dati sull’evoluzione dell’occupazione industriale (-0,1%) ma anche dalle ore di cassa integrazione autorizzate. Nel primo trimestre 2014, il numero di ore di CIG della manifattura pisana tocca quota 711mila, delle quali oltre tre quarti riconducibili a pesanti crisi aziendali.

Le difficoltà interessano soprattutto alcune medio-grandi imprese (oltre 49 addetti). In questa specifica categoria non solo calano produzione (-3,0%) e occupazione (-0,9%). Non sfugge alla crisi, in ragione della maggiore proiezione sul mercato nazionale (quello più in crisi in questo frangente) la piccola industria (da 10 a 49 addetti). Per questa categoria, calano infatti dell’1,4% sia produzione che il fatturato (-1,4%) ma anche gli ordinativi perdono lo 0,2%.

Gli unici dati positivi a livello di settore riguardano il pelli-cuoio (+4,1%) e la metalmeccanica (+4,6%) mentre particolarmente negative risultano le contrazioni nell’elettronica-mezzi di trasporto (-9,7%) e nelle calzature (-5,7%). Negative anche le performance registrate nel legno-mobili (-2,6%) nei minerali non metalliferi (-2,3%)e nella chimica-farmaceutica-gomma-plastica (-1,1%).