Politica

Giorgi: "Le inaugurazioni violano la par condicio. Gabbanini non vada a Roffia"

Il candidato di Sinistra San Miniato-Comunisti Italiani alza la voce: "E' vietato fare campagna elettorale con attività istituzionali"

Valentino Giorgi

"Le inaugurazioni del sindaco di questi giorni vanno contro la normativa vigente, che vieta di far campagna elettorale con attività istituzionali. Eppure Gabbanini ci propina una inaugurazione dietro l’altra, riempiendo i giornali con la sua fascia tricolore". Duro l'attacco di Valentino Giorgi, candidato sindaco di Sinistra San Miniato-Comunisti Italiani, al sindaco e candidato del Pd, Vittorio Gabbanini, contro i tagli del nastro avvenuti in questi giorni. E lo intima a non andare questo pomeriggio a Roffia per l'inaugurazione dei giochi per bambini.

"La legge 28/2000 proibisce in questo periodo 'a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale' - spiega Giorgi -. Invece Gabbanini e i suoi non perdono occasione per magnificare l’operato dell’amministrazione. Addirittura nel comunicato della prossima inaugurazione dei quattro giochini regalati alla parrocchia di Roffia, che avverrà oggi pomeriggio, si riportano anticipatamente i sentiti ringraziamenti dei cittadini verso il loro sindaco. E’ impossibile non ritenere questo comportamento un utilizzo scorretto della vantaggiosa posizione istituzionale, cosa vietata dalla legge sulla par condicio - continua -. Gabbanini deve abbandonare subito questa prassi. Non vada perciò a Roffia a inaugurare i giochini in modo propagandistico, ma rinvii a dopo le elezioni, perché denunceremo immediatamente la cosa all’autorità per la garanzia nelle comunicazioni".

"Già il sindaco aveva inaugurato l’asilo a Roffia in pompa magna insieme al Rossi, struttura che è già in funzione - prosegue Giorgi -. Quindi, perché inaugurarlo ora se non a scopi prettamente elettoralistici? Non è questa una grave violazione della normativa? Tale utilizzo delle istituzioni è, a nostro avviso, una modalità arrogante di gestire la cosa pubblica, una forzatura del ruolo istituzionale. Così si ignora la sensibilità dell’insieme dei cittadini in favore degli interessi della propria parte politica".