Politica

Inchiesta Keu, discussione in Consiglio Regionale

Il tema dell'inchiesta nel distretto conciario al centro della discussione del Consiglio Regionale. Le parole di Giani e Monni

“Per evitare ogni equivoco e disputa interpretativa, propongo di eliminare il contenuto dell'emendamento introdotto il 26 maggio scorso. Sono favorevole a questa soluzione che può togliere alla radice ogni dubbio. All’Aula propongo il ripristino del testo con un iter normativo che la Giunta proporrà a breve alla competente commissione consiliare”. È quanto ha annunciato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani nel suo lungo intervento che ha aperto il dibattito in Consiglio Regionale sull’inchiesta Keu, che coinvolge il distretto conciario di Santa Croce in merito a presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti ( vedi articoli correlati )

Una inchiesta che ha visto all'attenzione degli inquirenti anche l'emendamento approvato dal Consiglio Regionale al quale lo stesso Giani ha fatto riferimento.

“Voglio – continua - essere molto fermo, chiaro e determinato: in Toscana la criminalità organizzata di stampo mafioso trova, nel livello istituzionale della Regione e nel corpo diffuso di associazionismo, la più netta forma di contrasto e di blocco. Ogni nostro comportamento e azione sarà ispirato, come è stato finora, a isolare e bloccare, a lavorare insieme alla Magistratura e alle altre forze dell'ordine per poter rendere la Toscana quello che è nella sua storia, nel suo presente e nel suo futuro, assolutamente impermeabile a qualsiasi tentativo di infiltrazione”.

Concetto ribadito dall'assessore Monia Monni:" Respingere ogni tentativo di infiltrazione malavitosa in Toscana, ma soprattutto far sentire ai cittadini, feriti, la presenza delle istituzioni e garantire loro salute e sicurezza. Ed inoltre, scelte coerenti in tema di gestione dei rifiuti, procedendo con forza sulla strada dell’economia circolare puntando sul dialogo con i settori produttivi e sulla realizzazione di impianti adeguati per il recupero e lo smaltimento di quelli speciali. Scelte che vanno però condivise da tutti gli attori in gioco". Così l’assessora all’ambiente Monia Monni, subito dopo la comunicazione in Consiglio regionale con la quale ha ricostruito la complessa vicenda amministrativa riguardante l’autorizzazione ambientale dell’impianto Acquarno.

“E’ stato grande lo sconforto che mi ha assalito appresa la notizia – ha detto Monni - ma non per le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, che in una terra così ricca non si possono escludere, ma perché sento il peso della responsabilità di respingerle e di difendere la Toscana. Le reazioni dei cittadini, alle prese con la paura per la propria salute, sono state vere e proprie coltellate e ci hanno spinto a reagire subito, chiedendo l’intervento immediato ad Arpat”.

“Abbiamo tutte le risorse per difendere questa terra – ha quindi concluso l’assessora -, ma ognuno deve sentirne la responsabilità. Se pensano di poter mettere le mani sulla Toscana sono certa che troveranno un muro solido e compatto: istituzioni, forze politiche e sociali, la parte sana del tessuto economico e civile. Ciascuno ha una scelta davanti: provare a trarre un po’ di visibilità politica o arrotolarsi le maniche e scendere in trincea. Se sceglierete la seconda opzione, mi troverete lì”.