Politica

Fi-Pdl contro l'Unione: "Il danno è fatto, ecco quali saranno le conseguenze"

Non si placano le polemiche dopo l'approvazione dello statuto del nuovo ente. Dopo la bocciatura della proposta di referendum, il centrodestra spiega a che cosa si andrà incontro

“I consiglieri comunali di Fi-Pdl hanno chiesto che la nascita del nuovo ente denominato Unione dei Comuni fosse sottoposta a referendum popolare consultivo come prevede lo statuto comunale, in modo da consentire ai cittadini di esprimersi in merito all’introduzione del nuovo Ente che andrà a sommarsi all’Ente Comune" si legge in una nota di Roberto Ferraaro, capogruppo Fi-Pdl a San Miniato.

"Sulla questione referendum i consiglieri del Pd, di Sel e l’amministrazione comunale si sono espressi negativamente, quindi il referendum non si terrà e l’Unione dei Comuni fra qualche settimana diventerà una realtà - continua la nota -. Poiché oramai la frittata è fatta e poiché i danni che questa innovazione comporterà per i cittadini li vedremo a breve in un crescendo inarrestabile, è opportuno che i cittadini siano informati dei motivi per i quali il centrodestra ha fortemente avversato l’Unione".

"Per prima cosa l’ente è stato introdotto senza informare minimamente i cittadini circa il suo reale contenuto - continua -. L’Unione è per la maggioranza dei cittadini un soggetto sconosciuto. I cittadini non sono stati messi in condizione di rendersi contro della rivoluzione copernicana che tale innovazione provocherà nella amministrazione pubblica, né è stato consentito loro di esprimersi con un referendum".

Secondo il gruppo Fi-Pdl il progetto è sbagliato perché "è in netta controtendenza con la generale volontà di semplificare l’apparato pubblico. Si crea un nuovo ente che assomiglia molto alla Provincia - continua la nota -. I cittadini d’ora in avanti dovranno dialogare con la Provincia di Pisa, con l’Unione dei Comuni e con i quattro Comuni che ne fanno parte i quali, va sottolineato, continueranno ad esistere anche dopo la costituzione dell’Unione dei comuni".

"Inoltre, gran parte delle principali funzioni dei Comuni saranno gradualmente trasferite all’ente Unione dei Comuni, i cui organi – la giunta dell’Unione ed il consiglio dell’Unione – non saranno direttamente eletti dai cittadini - spiega ancora Ferraro nella nota -, con la conseguenza che il comprensorio del cuoio verrà amministrato da un ente non elettivo, nel quale il principio democratico della libera scelta da parte dei cittadini dei propri amministratori sarà solo un lontano ricordo".

"L’Unione dei Comuni segna una grave perdita di rappresentatività poiché degli attuali 20 consiglieri comunali di San Miniato, solo sei di essi andranno a rappresentare il Comune in seno al nuovo ente - continua ancora -. Nella scelta dei 6 consiglieri comunali da destinare al consiglio dell’Unione non avrà alcun valore il peso delle preferenze espresse dai cittadini al momento delle elezioni comunali, in quanto la scelta sarà delegata ai partiti. Nella stragrande maggioranza dei casi le decisioni dell’Unione dei Comuni verranno assunte con votazioni e con maggioranze che non terranno conto del diverso peso demografico dei quattro Comuni".

"Infine, l’Unione dei Comuni comporterà più costi per la collettività. Non è stato presentato alcun documento che tenti di dimostrare economie di scala conseguenti alla nascita del nuovo ente - prosegue -. L’aumento dei costi sarà una logica conseguenza dell’aumento della burocrazia. La coesistenza di due enti, l’Unione e il Comune, non potrà comportare una diminuzione di costi per quanto riguarda il personale, come ben stanno a dimostrare le richieste che in materia hanno già avanzato le rappresentanze sindacali del settore - e conclude -. Un importante capitolo di spesa sarà poi quello che si aprirà quando l’Unione si vorrà dotare di una sede amministrativa, analogamente a quanto accaduto in limitrofe Unioni dei Comuni”.