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Cuoiodepur, Rifondazione attacca il sindaco

"Se Gabbanini è d’accordo con i tagli lo dica chiaramente, oppure faccia in modo che i suoi rappresentanti agiscano di conseguenza”, si sottolinea

“Licenziamenti Cuoiodepur, il sindaco da che parte sta?” si chiede in una nota Rifondazione comunista.

“Alla Cuoiodepur recentemente è stata votata all’unanimità dal consiglio di amministrazione una procedura di mobilità per nove dipendenti, ben un terzo della forza lavoro dell’impianto. Questo per abbassare i costi di depurazione, sostengono i sindacati – aggiunge Rifondazione comunista –. Da che mondo è mondo gli industriali cercano sempre di scaricare il costo della crisi sulle spalle dei lavoratori, e lo sanno fare piuttosto bene. La cosa sconcertante però è che gli enti pubblici gli diano una mano: nel Cda di Cuoiodepur infatti siedono fior di rappresentanti dei nostri Comuni, e questa pattuglietta di pubblica nomina ha votato compatta per il licenziamento dei dipendenti”.

“L’amministrazione di San Miniato, che quei membri nomina, a “parole si è detta contraria ma non è riuscita a far votare coerentemente i suoi uomini. È davvero clamoroso che chi rappresenta il nostro comune voti contro il volere del comune stesso e che il sindaco non prenda provvedimenti. O forse si tratta di gioco delle parti? Se il sindaco è d’accordo con i tagli lo dica chiaramente, oppure faccia in modo che i suoi rappresentanti agiscano di conseguenza”.

“Ci domandiamo infine – aggiunge Rifondazione comunista – come mai si diminuisca il personale di un impianto destinato a aumentare vertiginosamente il volume degli inquinanti da trattare. Quando entrerà in funzione il cosiddetto Tubone, infatti, alla Cuoiodepur verranno convogliati milioni di metri cubi di mefitici liquami per diluire gli scarichi conciari. Logica vorrebbe che ci si attrezzasse per questi maggiori carichi di lavoro, magari assumendo personale, dato che tra poco sarà operativo questo discutibile progetto che serve soprattutto ai ricchi industriali per risparmiare sui costi di depurazione e che graverà per oltre il novanta per cento sulle casse pubbliche. Un bel profitto e un bel regalo per i conciatori, e una beffa per la popolazione, tartassata e pure licenziata. Principalmente per far pagare meno i padroni”.