Cultura

Bertoncini, un resistente senza armi

La ricostruzione della storia del giovane castelfranchese che morì per il suo rifiuto di aderire all’esercito fascista. Tratteggiata la sua figura

Un momento dell'incontro

Forse in molti, come Danilo Bonciolini, si sono chiesti chi fosse la persona che dava il nome alla Piazza centrale di Castelfranco. Forse in molti sanno già che Remo Bertoncini era un renitente alla leva fucilato dai fascisti. Ma in pochi hanno approfondito la storia di questo ragazzo di soli 18 anni che con la sua scelta ha lasciato un segno indelebile nella sua città.

È così che Danilo Bonciolini ha deciso di ricomporre il contesto storico e ambientale, le circostanze, le responsabilità, che portarono Remo a morire nel fiore degli anni. È così che è nato il volume “Remo Bertoncini. Un resistente senza armi”, edito da Tagete Edizioni.

Il libero è stato presentato venerdì 18 giugno presso l’Orto di San Matteo a Castelfranco alla presenza (oltre dell’autore) di Gabriele Toti, sindaco di Castelfranco di Sotto, Bruno Possenti, presidente provinciale ANPI Pisa, Michele Battini e Gianluca Fulvetti dell’Università di Pisa, Michele Quirici, di Tagete Edizioni.

Con questo libro Bonciolini ha cercato di contribuire alla conoscenza della vicenda di Remo Bertoncini, ma più in generale di un fenomeno, quello della renitenza alla leva, che ha rappresentato una forma di resistenza al nazifascismo spesso non sufficientemente valorizzata.

La storiografia resistenziale del periodo post – guerra ha tendenzialmente privilegiato gli aspetti legati al ruolo della resistenza armata e delle forze politiche antifasciste, trascurando le altre “resistenze” o la “storia sociale” del periodo.

“Con questo lavoro cerco di contribuire ad allargare la conoscenza del fenomeno a partire dalla sua diffusione in una comunità locale e zone limitrofe e dalla vicenda di Remo Bertoncini, un resistente senza armi, fucilato dai fascisti a 18 anni. Si tratta certo di una ricerca territorialmente limitata ma che aiuta comunque a comporre il quadro complessivo e dimostra come la renitenza alla leva abbia costituito nel periodo 1943-1945, in alcune realtà, la forma forse più diffusa di opposizione al fascismo e alla guerra e come in tale forma di resistenza si sia riconosciuta la grande maggioranza della popolazione”, spiega Bonciolini.

Insieme al caso di Remo Bertoncini e sul fenomeno della renitenza, emerge così un microcosmo di vicende

umane, episodi, fatti, nei quali non è difficile scorgere molti tratti della storia più complessiva dell’Italia, in un periodo drammatico che ha determinato la formazione della nostra identità per i decenni successivi.

“Il libro scritto con passione, forte attenzione e grande dedizione da Danilo Bonciolini è un testo importante per Castelfranco che va a colmare un vuoto inspiegabile della nostra comunità- ha commentato il sindaco Toti - . La storia di Remo Bertoncini è parte del nostro vissuto, della nostra memoria. È una delle pagine fondamentali da conoscere, fissare in maniera indelebile e tramandare attraverso il testo scritto. Ecco il motivo principale dell'importanza di questo approfondimento: si tratta di un lavoro di costruzione della memoria. Una composizione che s’inserisce nella nostra storia democratica, che affonda le radici dell'antifascismo e nei valori fondamentali riportati nella Carta Costituzionale. Il libro di Danilo Bonciolini ha il merito di coprire un vuoto forte. Per questo ringrazio l’autore di aver fatto un omaggio a Castelfranco e al suo spirito democratico”.