L’incontro costituisce un appuntamento di approfondimento sul percorso della mostra: la possibile manipolazione dell’immagine attraverso l’uso del digitale e dell’Intelligenza Artificiale, la costruzione di stereotipi, la faticosa ricerca di una rigenerata identità nazionale che si confronta con la globalizzazione, la memoria personale e collettiva, il paesaggio postindustriale e la riattivazione dello spazio attraverso riti e azioni.
Serena Becagli, curatrice indipendente che segue da tempo la ricerca di Lori Lako, lavora nell’organizzazione e comunicazione di mostre ed eventi culturali e nella redazione e coordinamento di progetti editoriali collaborando con musei, gallerie e spazi indipendenti.
La mostra dà la possibilità di ripercorrere la ricerca di Lori Lako attraverso opere realizzate in momenti diversi e per varie occasioni e che, In alcuni casi, vengono mostrate per la prima volta in Italia. In particolare l’opera Woven Echoes 024 è stata realizzata appositamente per questa occasione e in dialogo con la comunità santacrocese ed è nata da incontri, che si sono protratti nel tempo, avvenuti tra l’artista e alcune donne di origine albanese che vivono nel territorio.
L’opera è costituita da stampe digitali su tessuto e audio: l’artista ha costruito un doppio archivio, visivo e sonoro, che riscrive la storia personale e le vicende più intime, i desideri e le vicissitudini e le proietta in una sfera collettiva a partire da motivi decorativi presenti su arazzi e tappeti, ricami e lavori all’uncinetto che queste donne hanno realizzato in Albania e che hanno portato con sé in Italia.