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Cronaca venerdì 24 luglio 2015 ore 18:25

Unione inquilini Valdarno: "Chiudiamo Arpat"

Dopo la sentenza del processo sugli sversamenti in Usciana, il duro attacco dell'associazione: "Perché l'Ente dice una cosa e il Ministero un'altra?"



SANTA CROCE SULL'ARNO — Va giù duro l'avvocato Luca Scarselli, della sezione Valdarno Inferiore dell'Unione inquilini di Pisa dopo la sentenza relativa al processo sugli sversamenti in Usciana.

E lo fa attraverso alcune osservazioni. La prima, che "più che una osservazione è una proposta polemica: chiudiamo l'Arpat e sostituiamola con la sezione distaccata del Ministero dell'Ambiente. Infatti, la suddetta sentenza è certamente non definitiva, ma, ad oggi, fa emergere dei legittimi dubbi sul comportamento di Arpat che si deve, a nostro avviso, giustificare con i cittadini".

"Da una parte, abbiamo Arpat che per anni si è fatta raggirare sui propri controlli ed, oltretutto, immediatamente dopo la scoperta degli sversamenti illeciti è corsa a dichiarare che non ci poteva essere un danno ambientale e, dall'altra parte, un ministero dell'ambiente che, al contrario, ha espresso un proprio parere nel quale ha sostenuto che ci fosse un danno ambientale di diversi milioni di euro - si sottolinea -. Da una parte, abbiamo Arpat che ha creato un documento che è stato più volte usato dalla difesa degli imputati e dall'altra un ministero che si è espresso in direzione diametralmente opposta. Avanziamo pubblicamente il seguente interrogativo di quale dei due enti i cittadini si devono fidare?"

"Con la sentenza di primo grado, seppur non definitiva, noi provocatoriamente chiediamo la chiusura di Arpat e la sostituzione con una sezione distaccata del Ministero dell'Ambiente! Oltretutto, la sentenza getta delle ombre sul comportamento di alcuni Comuni. Difatti, il Comune di Fucecchio, da solo, è riuscito ad ottenere come danno all'immagine una provvisionale di 20mila euro oltre le spese giudiziali a fronte di una richiesta di danni di euro 610mila euro".

"La domanda che poniamo: perché Comuni confinanti non si sono costituiti parte civile? Sopratutto il Comune di Santa Croce sull'Arno, che ha l'impianto incriminato sul proprio confine ed a monte del proprio territorio e che ha visto negli anni i propri cittadini sopportare le sue maleodoranze. I Comuni parlano sempre più di Distretto del cuoio, ma sarebbe forse il caso di mettere in atto delle decisioni comuni anche su casi simili o no? A questo punto sorge il legittimo sospetto che forse il Comune di Santa Croce sull'Arno non si sia costituito parte civile per non scontarsi con il Consorzio conciatori di Ponte a Egola o perché uno degli accusati era membro del consiglio dell'Assoconciatori? Oggi la nostra associazione avanzerà istanza di accesso ai documenti per conoscere i motivi sulla base dei quali i suddetti Comuni non si sono costituiti parte civile".

"Infine, per essere propositivi si comunica che invieremo una lettera al sindaco del Comune di Fucecchio in cui chiederemo che vengano riscossi il prima possibile i 20.000 euro liquidati in sentenza per dedicarli ad un fondo speciale per aiutare i cittadini che hanno bisogno vista la situazione economica e la crisi che sta letteralmente mandando in rovina molte famiglie".


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