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Attualità martedì 14 aprile 2015 ore 18:40

"Sulle lapidi rimosse bisognava riflettere di più"

Deciso intervento di Francesco Lupi, segretario dell'Unione comunale Pd, che sulla vicenda registra "un deficit di partecipazione e approfondimento"



SAN MINIATO — Il Partito democratico s'interroga in queste ore sul significato della vicenda che ha portato alla rimozione delle due lapidi sulla strage del Duomo dalla facciata del palazzo comunale.

Si tratta di una questione complessa, sulla quale – secondo Francesco Lupi, segretario Unione Comunale Pd – “bisognava riflettere di più, e sulla quale c’è stato un deficit di partecipazione e di approfondimento. Occorreva più tempo per valutare bene pro e contro dell’operazione, coinvolgere, oltre al partito, la cittadinanza e le forze politiche presenti in consiglio comunale”.

“Su un fatto, però, siamo tutti concordi: rifiutare l’accusa secondo la quale, con questa operazione, l’amministrazione comunale abbia voluto dare un colpo ai valori dell’antifascismo o inteso compiere un’operazione di cancellazione della memoria. Chi afferma questo lo fa con l’intento di alimentare una polemica politica strumentale” aggiunge Francesco Lupi.

“Il giudizio del nostro partito su quel periodo e su quell’evento è chiaro: la responsabilità storica e morale fu dei nazisti e di chi trascinò il Paese in guerra a fianco dei tedeschi. Sulla rimozione in sé la mia opinione personale è che le ferite di una città devono essere ben visibili e non sia necessario musealizzarle. Le due lapidi testimoniano dello sforzo della ricerca storica che, attraverso un percorso lungo e faticoso, arriva a definire la verità. Esse danno il senso della difficile costruzione di una memoria comune di quegli eventi che, forse, non avremo mai – sottolinea il segretario dell’Unione comunale del Pd.

A questo punto “occorre guardare avanti e, quindi, l’amministrazione comunale dovrà dare risposte concrete in tempi certi in merito alla realizzazione di quanto ha già annunciato. Questa vicenda non può concludersi con una semplice rimozione: le due lapidi devono tornare in fretta a essere visibili in luogo accessibile al pubblico. Più che al futuro museo della memoria la nostra idea è quella di un museo della storia della Resistenza, che racconti delle vittime del fascismo e della guerra nazifascista, delle lotte contadine e operaie anche nel secondo dopoguerra. Lavoriamo per costruire le occasioni di un confronto aperto e partecipato su questi temi coinvolgendo in primo luogo i cittadini sanminiatesi, penso ad esempio attraverso la consulta, oppure, discutendone in un consiglio comunale aperto”.


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