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Politica venerdì 14 febbraio 2014 ore 10:00

Riforma elettorale, dalla Toscana è battaglia all’Italicum di Renzi e Berlusconi

La mozione del consigliere Tognocchi (Pd) sulla riforma elettorale raccoglie consenso trasversale, ma divide il consiglio regionale che chiude la seduta proprio prima della discussione



REGIONE — Dalla Toscana si alza una dura protesta contro il Porcellum. Pietra dello scandalo una mozione del consigliere regionale Pd Paolo Tognocchi con la quale si invitava il Parlamento a rivedere la proposta di legge in materia elettorale, dicendo no alle liste bloccate, innalzando allo stesso tempo le soglie di sbarramento e quella per accedere al premio di maggioranza. La mozione proposta da Tognocchi è stata sottoscritta anche dai consiglieri Ciucchi (PSI) e dai democratici Boretti, Parrini, Rossetti, Morelli, Mattei e Venturi.

"Una legge elettorale – dichiara Tognocchi – è ben fatta se tiene assieme i principi di governabilità e di corretta rappresentanza politica: non mi pare questo il caso del cosiddetto Italicum che, per come è stato presentato, rischia di essere al più un Porcellum riscaldato. Il testo all’esame della Camera infatti – continua Tognocchi – non mette definitivamente in soffitta lo scandalo delle liste bloccate, non garantendo peraltro la corretta rappresentanza a movimenti politici con un considerevole consenso elettorale, anche di alcuni milioni voti. È insomma chiedere troppo auspicare che il Parlamento partorisca una legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere direttamente i propri rappresentanti?".

"È paradossale, proprio adesso che qui in Toscana siamo a un passo dall’archiviare la legge elettorale che ispirò l’allora ministro Calderoli nella stesura del Porcellum a Roma si torna a guardare a Firenze e a quella pessima legge che lo stesso Matteo Renzi denominò Cinghialum. La Toscana – afferma Tognocchi – ha dato finora il cattivo esempio, ma adesso deve avere l’ambizione di fare da apripista a un sistema nuovo. La legge elettorale è uno strumento importante per riavvicinare eletti e elettori e per contrastare il progressivo distacco fra cittadini e politica, dato comune purtroppo a tutto il Paese. Non sprechiamo questa occasione di riforma. Certo – conclude Tognocchi – la chiusura dei lavori consiliari proprio quando l’ordine del giorno votato dall’aula di Palazzo Panciatichi prevedeva la discussione della mozione sulla riforma elettorale non è un bel segnale, uno stop alla discussione che mi rammarica, ma che non mi dissuaderà dal portare avanti questa battaglia".


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