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Lavoro venerdì 18 dicembre 2015 ore 17:18

Rimane bassa la domanda di credito

Recupero circoscritto a poche imprese e incertezza sul futuro, alla base dei risultati. Aspettative in miglioramento per il 2015



SANTA CROCE SULL'ARNO — I dati dell’Osservatorio provinciale sull’accesso al credito, il rapporto è stato presentato in anteprima alle categorie economiche, alle banche e alle istituzioni del comprensorio del cuoio, nel corso di un consiglio camerale aperto a Santa Croce sull’Arno, evidenziano una certa fiacchezza nel mercato del credito.

Oltre ai dati Bankitalia, che confermano l’elevato livello di crediti in sofferenza, ma anche un timido ritorno alla crescita dei prestiti concessi alle imprese, il monitoraggio è stato affinato con un’ indagine campionaria su 400 imprese operanti in provincia di Pisa. In sostanza, per quanto l’economia mostri nel 2015 timidi segnali di miglioramento, i dati ci dicono che il percorso di uscita dalla recessione non può ancora ritenersi compiuto riverberandosi sulla domanda di credito, che rimane fiacca, in un contesto nel quale le imprese percepiscono comunque un alleggerimento della restrizione creditizia. Due focus group, uno con le Banche ed uno con i Consorzi Fidi, confermano questa diagnosi, mettendo in evidenza da un lato le difficoltà delle banche nel “piazzare” la liquidità che la BCE ha messo loro a disposizione e dall’altra le difficoltà dei Confidi a inserirsi con successo nel rapporto banca-impresa.

I dati dell’indagine su 400 imprese pisane ci dicono che il quadro sembra rasserenarsi: le aspettative per il 2015 sono, infatti, in miglioramento rispetto a quelle formulate nelle due precedenti rilevazioni, evidenziando un costante aumento delle imprese che prevedono un miglioramento delle performance di vendita ed una parallela riduzione di quelle che prevedono una loro contrazione

L’andamento dei prestiti erogati alle imprese, nei primi sei mesi del 2015, a Pisa (+1,3%) risulta migliore rispetto alla Toscana (+0,4%), grazie soprattutto alle imprese medio grandi (+2,5%).

A livello settoriale, non si può non notare la performance delle attività manifatturiere (+5,9% il credito erogato a tale comparto) mentre le imprese più piccole (-2,3%, e sono la maggioranza) o di altri settori si trovano ancora in difficoltà. Preoccupante, in particolare, il caso delle costruzioni (-1,7%) e dei servizi (-1%).

Negli ultimi 12 mesi, le imprese che hanno avanzato una richiesta di credito al sistema bancario o ad altri soggetti riconosciuti sono appena 16% del totale. Le motivazioni che stanno alla base di queste richieste sono coerenti rispetto alle forme tecniche sopra verificate: nel 45% dei casi le aziende che si rivolgono alle banche lo fanno per far fronte alla gestione delle attività correnti.

Ai Confidi, conosciuti dal 76% delle aziende pisane, hanno fatto ricorso per l’ottenimento di un credito appena il 10%. Chi non si è rivolto ai Consorzi Fidi, nel 65% dei casi, risponde di non averlo fatto perché non aveva bisogno di ulteriori risorse.

Quest’anno le imprese segnalano un’insoddisfazione verso i Consorzi: la maggior parte di quelle (poche) che hanno usato i loro servizi (il 55%) dichiara che il loro intervento sia stato ininfluente.

I dati dell’indagine condotta sulle imprese pisane, - commenta il presidente della Camera di Commercio di Pisa Valter Tamburini - letti assieme a quelli di Bankitalia, ci dicono che quella poca ripresa che c’è, non è una ripresa per tutti! Si continua a quindi a scavare un fossato tra chi va bene e chi, invece, al meglio sopravvive. Anche le ingenti risorse messe in campo dalla BCE, che senz’altro hanno contribuito a rasserenare il clima banca-impresa sul fronte di costi, non hanno portato al tanto auspicato aumento della domanda di credito. Un po’ perché solo alcune imprese, le migliori, ottengono credito a condizioni molto convenienti mentre il resto del sistema rimane ai margini, un po’ perché prospettive ancora poco chiare frenano gli investimenti. La Camera di Commercio, per quanto le è possibile, - conclude Tamburini - continua ad adoperarsi non solo per mettere a disposizione contributi a fondo perduto per incentivare i piccoli investimenti, che sono alla base della ripresa, ma riserverà anche nel 2016 ingenti risorse per abbattere gli oneri finanziari e per sostenere i Confidi nella consapevolezza dell’importanza che le risorse arrivino a tutte le imprese che ne hanno bisogno.”


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