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Attualità mercoledì 05 novembre 2014 ore 16:09

Pirogassificatore, il ruolo di Arpat

L'attività di monitoraggio dell'azienda regionale avverrà in due fasi distinte. L'ente non ha obblighi e impegni verso il gestore dell'impianto



CASTELFRANCO — ARPAT precisa che l’avvio dell’impianto di pirogassificazione, previsto per il giorno 3 novembre, si colloca in un contesto autorizzativo diverso dal passato, che vede nuovamente vigente la determina originale della Provincia di Pisa D.D. N. 5701 del 23.12.2011 – Approvazione progetto di pirogassificatore nel Comune di Castelfranco d/s della Waste Recycling e autorizzazione all’esercizio a tempo determinato, rilasciata alla Soc. Waste Recycling.

Grazie a tale determina il gestore dell’impianto di pirogassificazione (Soc. Waste Recycling) è tenuto ad osservare e a mettere in atto, nell’intero periodo di funzionamento dell’impianto, una serie di controlli programmati definiti nel Piano di Monitoraggio e Controllo - (PMC) che sono stati preventivamente comunicati e successivamente accettati dagli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni ed alle verifiche ambientali.

In particolare l'impianto è dotato di un Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME) per quanto riguarda i seguenti parametri: Portata, Temperatura, Pressione dei fumi in uscita, Polveri totali. L'azienda dovrà poi effettuare attraverso specifiche campagne di campionamento e analisi per la misura in discontinuo di parametri quali: metalli, diossine e furani, ammoniaca.

Le attività previste dal Piano di Monitoraggio e Controllo (comprese quelle relative alle emissioni prodotte) rientrano sotto la piena e diretta responsabilità dell'azienda - che può pubblicare autonomamente e direttamente i dati rilevati - senza che vi siano impegni e obblighi da parte di ARPAT.

Da parte sua, l'Agenzia, quale ente di controllo, in ogni momento di vita dell’impianto, potrà di iniziativa intervenire per le verifiche di competenza e per gli approfondimenti al Piano di Monitoraggio e Controllo su tutte le matrici coinvolte nella sperimentazione.

Nello specifico, alle attuali condizioni ARPAT ritiene opportuno approntare le suddette verifiche distinguendo la propria operatività nelle due fasi di attività riferite dall’azienda:

- FASE 1, della durata massima stimata pari a tre mesi per l’esecuzione di prove di funzionamento a caldo da condursi con biomassa/scarti legnosi e finalizzata alla verifica del sistema di regolazione, controllo e supervisione dell’impianto;

- FASE 2, di funzionamento con rifiuti finalizzata al collaudo dell’impianto ed alla successiva “messa in esercizio a regime” dello stesso.

Nel corso della prima fase ARPAT, con l’effettuazione di alcuni sopralluoghi senza preavviso, provvederà a valutare gli aspetti ritenuti essenziali alla conduzione dell’impianto in termini di sicurezza ambientale; prioritari saranno quelli che riguardano il sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni, l’affidabilità delle singole componenti impiantistiche dal punto di vista della continuità del processo.

Nel corso della seconda fase (alimentazione dell’impianto con rifiuti) ARPAT effettuerà, in autonomia verifiche, campionamenti ed analisi relative ai diversi impatti prodotti sull’ambiente dall'impianto (consumi, emissioni, rifiuti, ecc.) in contraddittorio ai risultati prodotti dal Piano di Monitoraggio e Controllo curato dall'Azienda.

Inoltre la Provincia di Pisa ha previsto la collocazione di un Laboratorio mobile di sua proprietà e gestito da ARPAT nei pressi dell'impianto, per monitorare la qualità dell'aria della zona. L'Agenzia opererà per rendere disponibili sul proprio sito Web tali dati.


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