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Attualità martedì 04 agosto 2015 ore 16:05

"Perché Arpat non è intervenuta in Usciana?"

Il Movimento 5 Stelle, dopo la sentenza sugli sversamenti, si chiede perché l'Agenzia "non ha vigilato come avrebbe dovuto sulll'intera vicenda"



CASTELFRANCO DI SOTTO — "Soddisfatti per la sentenza sugli sversamenti in Usciana che, seppur solo di primo grado, inizia a far luce su una torbida vicenda. Al contempo, però, siamo rammaricati perché non comprendiamo come non possono prendersi provvedimenti su chi doveva vigilare in maniera ligia ed invece si è fatta raggirare con tanta facilità: chiaramente parliamo di Arpat".

Così in una nota, il Movimento 5 Stelle.

"Ricordiamo, che tra i compiti del suddetto ente c’è anche quello di vigilare e preservare i corsi d’acqua e nello specifico lo faceva campionando le acque reflue dell’impianto in un apposito contenitore che veniva manomesso con estrema facilità. La domanda che sorge spontanea è: Arpat non ha mai avuto l'iniziativa di fare qualche campionamento direttamente allo scarico finale in Usciana? Nemmeno dopo la moria di pesci nel 2012, in cui intervennero ben quattro giorni dopo che fu reso noto l’episodio, ad Arpat è venuto il dubbio, per tutti logico, che qualcuno potesse sversare sostanze dannose nel fiume".

"Arpat - aggiunge il Movimento 5 Stelle - dopo la scoperta degli sversamenti addirittura ha dichiarato che non sussistono gli estremi per danno ambientale, ed ha prodotto anche un documento che nel processo è stato usato più volte dalla difesa degli imputati. Ma come può essere che un ente pubblico e indipendente preposto alla tutela ambientale ed alla salute dei cittadini non abbia nessuna responsabilità? Non ci dimentichiamo che l’Arpat (Agenzia Regionale per la protezione Ambientale) è sempre l’ente che: dopo anni di denunce dei cittadini per le maleodoranze riesce sempre con difficoltà a trovarne le cause; difende, anche in giudizio, l’installazione del pirogassifigatore e … ora deve vigilare sul suo corretto funzionamento; decide di smantellare l’unica sede presente sul territorio, quella di San Romano…e questa sembra quasi essere una vera e propria resa. Come possiamo noi cittadini fidarci dell’Arpat? Per finire, adesso che la condanna in primo grado è stata emessa stiamo ancora attendendo di conoscere quali azioni, comunque a nostro avviso sempre tardive, intraprenderà l'Assoconciatori verso il Sig. Banti? Rimarrà consigliere? Questa sentenza per noi è solo un punto di partenza e continueremo la battaglia per la salute dei cittadini e per la tutela dell'ambiente come abbiamo sempre fatto".


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