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Attualità venerdì 24 aprile 2015 ore 12:00

Lapidi rimosse, intervento del capogruppo Pd

Dice Alessio Spadoni: "Nel consiglio comunale del 29 aprile, il nostro partito presenterà una mozione sulla ricollocazione". Un percorso annunciato



SAN MINIATO — Come capogruppo in consiglio comunale, mi preme fare chiarezza sull’intento che questa amministrazione ha messo in atto, quando l’8 aprile scorso ha deciso di togliere le lapidi dalla facciata del Palazzo Comunale per ricollocarle in un Museo della Memoria.

Si tratta di un percorso annunciato nel luglio 2014 e in più occasioni ribadito sia a mezzo stampa, sia nel corso di manifestazioni pubbliche e di iniziative istituzionali. Affermare che con questa azione si è voluto rinnegare o addirittura nascondere il ricordo di quel tragico 22 luglio 1944, come ho avuto modo di leggere nei vari commenti apparsi sulla stampa in questi ultimi giorni, è assolutamente falso.

Penso che nessuno possa negare che, quanto inciso sui due marmi, sia contrastante e in linea con due differenti momenti storici nei quali le lapidi sono state realizzate, a testimonianza del lungo sforzo compiuto dalla ricerca, al fine di ricostruire la realtà di quei fatti. Ma ammettere i risultati della ricerca storica più aggiornata su questo punto non significa né tradire la memoria, né tantomeno oscurare la responsabilità storica e morale di quella strage: fu dei nazifascisti che trascinarono l’Italia in guerra. E su questa responsabilità il Pd è compatto e in accordo.

Tuttavia, alcune circostanze di quel tragico evento del Duomo, sono ancora oggi, dopo 70 anni, oggetto di dibattito e la loro natura è tale che, probabilmente, lo rimarranno sempre. Perché la cosa più difficile è costruire la memoria comune di quegli eventi. Perciò, la scelta dell’amministrazione comunale è stata quella di ricollocare le due lapidi in un luogo idoneo, in un contesto adeguato, dove potessero cioè essere corredate da una corretta inquadratura storica, insieme a testimonianze fotografiche e documentaristiche di chi quella terribile esperienza l’ha vissuta sulla propria pelle, perché possa essere passato il testimone alle nuove generazioni. E quale miglior luogo di un Museo della Memoria?

L’intenzione dell’amministrazione è quella di attivarsi fin da subito per la sua realizzazione, predisponendo gli atti amministrativi necessari, perché vogliamo che, prima di tutto, questo luogo sia fruibile in maniera gratuita e che diventi il simbolo della storia delle lotte antifasciste, del passaggio delle due guerre, della Resistenza, delle lotte operaie e contadine nel primo e secondo dopoguerra. Come luogo abbiamo già individuato il complesso monumentale di San Domenico, e sarà costituito un comitato scientifico che ne curi la realizzazione e l’allestimento, con l’impegno di tenere aggiornato ed informato il consiglio comunale, attraverso la commissione cultura. In attesa che questa struttura sia realizzata, le lapidi non resteranno a prendere la polvere, ma saranno collocate provvisoriamente, nel minor tempo possibile, in un luogo dove i cittadini potranno vederle.

Alessio Spadoni, capogruppo Pd in consiglio comunale.


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