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Cronaca venerdì 25 aprile 2014 ore 15:00

Il prefetto Tagliente partecipa alla festa della Liberazione

Giornata di memoria e ricordo dei cittadini pisani caduti durante il periodo del secondo conflitto mondiale e dopo i bombardamenti della cittadina pisana



PROVINCIA DI PISA — Per gli italiani infatti, la data del 25 aprile 1945 simboleggia il risveglio della coscienza nazionale e del riscatto morale e civile dopo la seconda Guerra Mondiale. Così ha esordito il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, intervenuto questa mattina alla cerimonia del 25 aprile a Palazzo Gambacorti, sede del Comune di Pisa.

"Celebrazioni come quella odierna – ha proseguito – al di là del significato istituzionale, costituiscono importanti opportunità per dare spazio alla memoria attiva, mantenendo vivo il ricordo delle ferite inferte all’Italia intera durante il Secondo Conflitto Mondiale".

Obiettivo di queste cerimonie è infatti quello di valorizzare la memoria, attualizzando il significato della Resistenza e della guerra di Liberazione, quali fondamenti essenziali dell’identità storica del nostro Paese.

Il Prefetto ha poi evidenziato che per Pisa questa giornata ha una valenza ancor più profonda, poiché quest’anno si celebra il 70° anniversario della liberazione della città, che avvenne il 2 settembre 1944.

"Quel giorno – ha detto – finì un lungo e straziante periodo di sofferenze, lutti e stragi, intensificatesi a partire dal 31 agosto 1943, tragica data del bombardamento a tappeto da parte delle forze alleate, che devastò la parte di Mezzogiorno causando la morte di centinaia e centinaia di civili, costringendo la popolazione a fuggire dal terrore delle bombe verso le campagne e le colline circostanti, per non parlare del danneggiamento di edifici e costruzioni di altissima rilevanza storica e artistica. Penso, ad esempio, al Camposanto Vecchio, al Palazzo Reale, al Giardino Scotto, alle Chiese di S. Michele in Borgo, Santo Stefano dei Cavalieri, S. Paolo a Ripa d’Arno e alla Basilica di San Piero a Grado, oltre a tante altre importanti strutture". 

"Il lungo e drammatico elenco di scempi e massacri, il sangue versato da tanti cittadini in quel periodo, il dolore che ancora attanaglia i familiari e i discendenti di quelle vittime – ha sottolineato Tagliente – rende tutt’altro che scontato ricordare i caduti e il sacrificio a cui, peraltro, fu sottoposta tutta la cittadinanza pisana in quei 12 mesi: dall’eccidio di via S. Andrea, in cui morì Pardo Roques, alle stragi di San Biagio, Coltano e Pettori; dai morti di San Rossore alla carneficina della Romagna, dove perse la vita la giovanissima Livia Gereschi e, purtroppo, molti altri ancora".

"A tutto il popolo pisano, dunque – ha proseguito – va la mia profonda vicinanza, non solo istituzionale. Partecipo alle cerimonie di questa giornata con grande emozione e rispetto, per quel che Pisa ha rappresentato in un periodo così drammatico della storia italiana". 


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