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Cronaca venerdì 28 marzo 2014 ore 14:44

Guide turistiche, un appello al governo dalla città di Pisa

Convegno Confesercenti Federagit sulla normativa che disciplina l'attività guide turistiche italiane. A rischio 20 mila professionisti del settore



PROVINCIA DI PISA — "Tutela del patrimonio culturale italiano e delle guide turistiche". Questo è il titolo del convegno organizzato a Pisa (a Palazzo dei Dodici) dalla Federagit Confesercenti, durante il quale è stato posto l’accento sulla necessità di rivedere la normativa che disciplina l’attività delle guide turistiche in Italia. In particolare, sono stati sottolineati ancora una volta i danni, dell’approvazione dell’art.3 della legge 97.

“Prevedendo la figura della guida turistica abilitata ad operare sull’intero territorio nazionale e permettendo a guide turistiche abilitate in altri Stati dell’Unione di effettuare visite guidate su tutto il territorio italiano, operando in regime di libera prestazione di servizi – spiega Simona Matteini, vicepresidente di Federagit Pisa e membro della presidenza nazionale - si dequalifica in maniera ingiustificata il livello di illustrazione dei beni culturali nel nostro Paese ed il contenuto stesso della professione di guida turistica. Inoltre, si va incontro ad una inaccettabile perdita per l’economia nazionale ed alla riduzione di entrate fiscali e previdenziali. A rischio ci sono 20mila lavoratori professionisti del settore”.

“Abbiamo avuto una ottima partecipazione delle guide turistiche al convegno – afferma la presidente nazionale di Federagit, Maria Chiara Ronchi – soprattutto da Veneto, Liguria, Toscana, Emilia Lazio e Puglia. Ed è stata una buona occasione per ribadire le richieste della categoria al nuovo esecutivo. In particolare l'approvazione in tempi brevi di una nuova legge sulla professione di guida che non vada oltre ciò che richiede il diritto europeo e che riconosca la specifica qualificazione delle guide turistiche, al fine di salvaguardare una corretta illustrazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano; poi una norma transitoria che sospenda l’efficacia dell’art. 3 e stabilisca una proroga delle legislazioni attualmente in vigore, rivendicando in Europa la "specificità culturale italiana".


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