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Attualità mercoledì 01 febbraio 2017 ore 14:00

Due deportate raccontano l'orrore

Venerdì 3 febbraio la storia raccontata delle voci dirette di due ex deportate. Castelfranco ospita Andra e Tatiana Bucci



CASTELFRANCO — Erano solo due bambine di sei e quattro anni quando furono deportate nel campo di sterminio di Auschwitz, tra le poche sopravvissute a quel luogo di orrore e morte. Dopo oltre 70 anni le sorelle Andra e Tatiana Bucci raccontano ancora la loro storia per perpetrare, attraverso la loro esperienza vissuta, la verità sui fatti accaduti e la Memoria storica sulle atrocità commesse dai nazi-fascisti.

Il Comune di Castelfranco avrà l’onore di ospitarle venerdì 3 febbraio, alle ore 18, presso la Sala Consiliare dell’edificio comunale (in piazza Bertoncini) in un Consiglio Comunale aperto.

L’incontro rientra nell’ambito delle iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale per celebrare la “Giornata della Memoria”, che il 27 gennaio ha ricordato il 72esimo anniversario dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz.

È proprio in quel lager nazista che Andra e Tatiana Bucci furono internate- dal marzo 1944 al gennaio 1945- quando erano ancora bambine, insieme alla loro famiglia. Prelevate da Fiume dove abitavano con i genitori (padre cattolico e mamma ebrea) e la nonna, in un primo momento portati alla Risiera di San Sabba per poi essere trasferiti in Polonia. Le due sorelle sono riuscite a sopravvivere a questa tragica esperienza che ha visto morire circa un milione e duecentomila bambini. Uno strano caso del destino ha permesso loro di non finire subito alla camera a gas di Auschwitz: furono scambiate per gemelle e quindi portate nei Kinderblock di Mengele per essere studiate, dove miracolosamente si salvarono.

“Oggi la viva voce delle sorelle Bucci restituisce una precisa memoria della Shoah, un monito che tocca le coscienze e rimane impresso per sempre in chi le ascolta- ha commentato il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti- Invito tutti a partecipare all’incontro di venerdì nel Consiglio Comunale aperto, poiché è un’occasione irrinunciabile di poter sentir raccontata la storia da chi ha visto coi loro occhi le atrocità dei campi di sterminio. Una testimonianza preziosa che purtroppo con gli anni che passano diventa sempre più difficile avere”.


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